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ARTICOLO TRATTO DA "IL CITTADINO" DEL 10/06/2010 - Sasha e Aliek hanno trovato famiglia Si è conclusa la “sfida” burocratica per adottare due fratellini russi

I coniugi Gallinari e Maffi sono diventati genitori nel giorno del loro 14esimo anniversario di nozze Sasha e Aliek hanno trovato famiglia Si è conclusa la “sfida” burocratica per adottare due fratellini russi

 

Graffignana Burocrazia “lumaca” sconfitta dall’amore, coppia lodigiana adotta due fratellini russi. A fine maggio Graffignana ha festeggiato un lieto evento. Si tratta della “nascita” dei due piccoli Sasha e Aliek, di quattro e tre anni, che, benché cresciutelli, sono venuti al mondo una seconda volta perché qualcuno li ha adottati strappandoli ad una vita di solitudine. L’atteso arrivo nel Lodigiano è avvenuto il 29 maggio: «Alle18.40 siamo atterrati tutti e quattro all’aeroporto di Malpensa. In quel momento si è avverato un sogno! A casa ci stavano aspettando amici e parenti per festeggiare. Ora, a distanza di giorni e nonostante sia molto faticoso gestire due bambini in contemporanea, siamo felici di notare che i piccoli si sentono già parte della nostra famiglia», raccontano Antonella Gallinari e Angelo Battista Maffi. Ma arrivare a questo traguardo non è stato semplice perché, purtroppo e per fortuna, prima di poter avere con sé un bimbo, si devono superare varie peripezie. Accertamenti burocratici, spesso anche molto dispendiosi in termini emotivi ed economici, che comunque servono a tutelare i soggetti più deboli. Si presume infatti che un’ aspirante coppia di genitori poco motivata o peggio, malintenzionata, abbandoni l’iter prima della sua conclusione. Ma i graffignanini tenevano troppo al loro intento e hanno resistito: «Tutto è iniziato il 29 maggio 2009 con la domanda. Poi, carichi di aspettative - raccontano -, abbiamo intrapreso un percorso lungo, tortuoso, pieno di ostacoli che, nell’incoscienza di chi comincia, fortunatamente risultano ancora sconosciuti e anonimi». L’iter è iniziato con alcuni corsi di preparazione: «In quel contesto tutto era molto bello - si confida la coppia -, ci si sentiva entusiasti, si voleva concludere in breve tempo. Tutta utopia. Le prime prove sono iniziate con i servizi sociali e proseguite con il tribunale. Tutto per dimostrare di essere idonei». Infatti, senza questa dicitura sul decreto, non sarebbe stato possibile portare avanti l’adozione. «Più avanti - aggiungono i coniugi - sono iniziate le attese, che sembravano non finire mai anche se, per fortuna, nel frattempo si stringevano nuove amicizie con persone che condividevano le stesse emozioni. Questo è stato di grande aiuto nei momenti di sconforto, quando tutto sembrava inutile e pensavi che gli organi competenti si fossero dimenticati di te e dei tuoi buoni propositi». Ma il 24 novembre 2009 per i due graffignanini, lui autotrasportatore, lei educatrice di scuola materna, c’è stata una svolta: «In quella data è finalmente arrivata la telefonata che ha cambiato la nostra vita. Ci è stato detto che c’erano due fratellini per noi - prosegue Antonella -. Mi sono dovuta sedere per l’emozione e ho pianto incredula. Prima non avevamo mai condiviso “nascite”. Il 20 dicembre siamo andati a prendere i due bimbi a San Pietroburgo, in Russia. Eravamo agitati e spaventati. Il giorno dopo li abbiamo conosciuti. Io continuavo a versare lacrime, mio marito, emozionatissimo ma più razionale, dimostrava una felicità immensa». Di ritorno dal primo viaggio è iniziata la seconda fase della preparazione dei documenti, ancora più complessa della prima. Ma tutto si è concluso al meglio. «Il giorno di Pasqua - ricordano - siamo ripartiti alla volta di San Pietroburgo per sostenere l’udienza in tribunale e così l’8 aprile 2010, giorno del nostro 14esimo anniversario di matrimonio, siamo diventati ufficialmente genitori. Nonostante le difficoltà, vogliamo consigliare a chi desidera un figlio di adottarne uno. Un bimbo non può crescere senza una famiglia e non è certo colpa sua se non ce l’ha. Inoltre questa è stata un’esperienza ineguagliabile». Paola Arensi