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ARTICOLO TRATTO DA "IL CITTADINO" DEL 17/07/2010 - La santa austerità di “don Giacumìn”

La povertà, l’umiltà, la pietà, la carità, la semplicità di don Gianoli che fu parroco a Graffignana La santa austerità di “don Giacumìn”

Ricordare brevemente la persona e il personaggio di don Giacomo Gianoli (Paullo 18 novembre 1899 - Sant’Angelo Lodigiano 23 luglio 1988) quando era parroco di Graffignana ed io ero il suo giovane coadiutore, oltre che essere un dovere è anche un sincero piacere.Penso che l’elogio più bello e veritiero che possiamo fare a lui sia quello apparso sull’immaginetta della morte. Diceva così: “Fu sacerdote esemplare, dominato dall’amore di Cristo e delle anime. Rigido con gli altri; ma più con se stesso. Austero predicatore del Vangelo senza compromessi, ma aperto all’amore di tutti senza eccezioni”.Questa è la vera foto morale e religiosa di don Giacomo, che tutti chiamavamo con simpatia “don Giacumìn“.La sua austerità rasentava lo scrupolo e, alle volte, lo raggiungeva. Dopo la riforma liturgica voluta dal Concilio Vaticano II, lo vedevo molto perplesso, quasi spaventato; infatti, poco tempo dopo, preferì dare le dimissioni: un gesto che non è da tutti.Nacquero così tanti simpatici aneddoti molto simili ai “fioretti“ di S. Francesco e dei suoi frati. Tutto ciò lo fece diventare anche un personaggio indimenticabile. Infatti lo stiamo ricordando anche ora, dopo ventidue anni dalla sua morte santa. Morì santamente perché era un santo. Ma un santo d’altri tempi che i giovani preti guardano con una certa perplessità. Infatti ogni tempo ha la sua santità che non sempre viene subito capita e riconosciuta. Resta il fatto che per un giovane prete è stato un esempio che ho cercato di imitare in alcune sue virtù: la povertà, l’umiltà, la pietà, la carità, la sincerità, la semplicità e l’obbedienza: virtù che dovrebbero avere tutti i preti di ogni tempo. Don Giacomo era nel cuore mio, ma anche di tutti i parrocchiani di Graffignana.Anche oggi, se chiedi ai graffignanini qual è il parroco che ricordano maggiormente, ti risponderanno don Giacumin. Ma era famoso in tutta la diocesi. Lo criticavamo sempre per la sua pastorale austera, ma lo amavano.Anche don Giacomo, alla fine della sua non breve vita, poteva dire con verità quello che San Paolo scriveva all’amico vescovo Timoteo: “Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la corsa, ho mantenuto la fede. Per il resto, è già in serbo per me la corona di giustizia, che mi consegnerà in quel giorno il Signore giusto giudice“. (2 Tim. 4, 7-8)Da parte nostra non possiamo dimenticare ciò che è scritto nella lettura agli ebrei: “Ricordatevi dei vostri capi; i quali vi hanno annunciato la Parola di Dio; considerando attentamente l’esito del loro tenore di vita, imitatene la fede“ (Ebr. 13, 7-8). Grazie don Giacomo.don Piero Novati