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ARTICOLO TRATTO DA "IL CITTADINO" DEL 10/08/2010 - Fusari, gli orafi che piacciono ai grandi
 

Le creazioni della famiglia lodigiana, apprezzate da Giò Pomodoro, sono al Guggenheim
L’arte che nasce da un banco di lavoro: i Fusari, gli orafi che piacciono ai grandi
 


In momenti difficili come gli attuali l’entusiasmo o anche solo la passione, possono dare un senso di concretezza all’artigianato artistico, dove, notoriamente, non tutto è perfetto anche a causa degli avanzamenti tecnologici che hanno favorito la diffusione delle produzioni seriali e fatto perdere di vista l’importanza della qualità e delle distinzioni estetiche.
Non stupisce allora se oggi nell’abc di molti sono tornate d’attualità parole come “artigianato artistico”, che, in passato, erano state marginalizzata e snobbate dalla complicata ragnatela tra mondo dell’arte, mondo della moda, fabbricanti e venditori di monili e ornamenti preziosi.
Al contrario oggi dopo che il “grande” ha rivelato tutte le sue debolezze e anomalie e si torna a fare appello a quelle “nicchie” di sopravissuti che per loro intrinseca natura possono essere in grado di ridare immagine e contenuto, fiducia e certezze da recuperare per impulso il favore del pubblico.Una di queste nicchie è rappresentata dalla fabbricazione artigiana di oggetti in metalli preziosi, raggiunta anch’essa dalla crisi ma non al punto da avere soffocato la voglia di impresa individuale e la voglia di creatività che ne è sottesa.
Pronta, o quasi sempre pronta, a rilanciarsi potendo far leva su quell’orgoglio che ad altre categorie manca, l’orgoglio del proprio lavoro costruito sulla sinergia mente-mano-desiderio-ragione. L’orgoglio è, risaputamene, un peccato, anche se oggi non se ne parla molto. Ma non l’orgoglio per il proprio lavoro. Quello con cui Giuseppe Fusari ha modellato la personalità orafa dei figli Maurizio e Cinzia, protagonisti anch’essi nell’ atelier di via Manzoni a Graffignana.Nata quarantuno anni fa proprio di questi giorni d’agosto, la A.O.G., allora con sede in via Cavallotti è stata accompagnata da Giuseppe Favari fino alla fine del secolo scorso, dando un volto e caratteristiche tutte differenziate all’artigianato orafo sul territorio. Nato a Miradolo Terme, appassionato di tutto quel che sapeva d’ arte e di “bello”, Giuseppe Fusari si è affermato come personalità di forza schietta e trasparente. Dal 1999 titolare del laboratorio è Maurizio. Padre e figlio continuano però a collaborare, creando in misura significativa modelli di alta qualità e visione artistica. Il metro qualitativo serve appunto a distinguere fra prodotti di bottega e di pura imitazione. Loro opere si trovano al Museo Guggenheim di New York e al Parlamento Europeo: si sarebbe tentati di fare qui l’elenco di tutti quegli artisti di fama che hanno collaborato o che collaborano con l’ A.O.G. di Graffignana e ai quali Giuseppe e Maurizio Fusari hanno contribuito a dare un’ impronta anche in campo orafo, “traducendo” (realizzando) modelli su loro disegni o, spesso, anche su una pura e semplice indicazione. Per tutti può bastare il nome di un grande, quello dello scultore marchigiano Giò Pomodoro che di Giuseppe Fusari è stato stretto amico.La bravura dei Fusari è una bravura evoluta. Fatta di maestria, padronanza strumentale, esperienza. La loro bravura è fatta di conoscenza, storia, di sensibilità e maestria manuale, dalla radicata consapevolezza che un artigianato artistico limitato alla pura imitazione e riproposizione non procura soddisfazioni durevoli. La lezione di Giuseppe Fusari in tanti anni è stata soprattutto che un bravo artigiano deve maturare, arricchirsi, svilupparsi. In oreficeria non c’è un percorso facile. Lo spiega, con molta chiarezza, il Vasari nelle sue Vite. Al cesellatore gioielliere è richiesto impegno assoluto, attenzione ad ogni procedura, analisi di ogni risultato, padronanza assoluta degli strumenti e conoscenza perfetta dei materiali, eccetera. A fianco del padre, Maurizio ha intrapreso quest’arte senza particolari difficoltà ed oggi è anche lui una delle figure chiave e di riferimento dell’arte orafa lombarda, insieme con la sorella Cinzia, grande esperta di smalti. La produzione dei Fusari ha conservato nel tempo integre le caratteristiche di distinzione, In primo luogo l’alto contenuto di manualità eccellente e il piuttosto “povero” contenuto di tecnologie, nel senso che nel loro laboratorio si usano strumentazioni e metodi tradizionali. Si lavora al banco, come facevano i grandi maestri del passato. Orafi e anche argentieri, le opere dei Fusari si riconoscono per l’abilità manuale presente nelle lavorazioni, tale da assumere una caratura artistica. È difficile fare sintesi (giornalistica) di tutte le tecniche di lavorazione, di assemblaggio, prerifinitura, rifinitura, saldatura, incassatura, smaltatura, cesellatura, pulitura in cui eccellono. E non basterebbe, perché la loro attività ha straordinaria vicinanza con le doti dell’artista. Contempera e riassume fermenti di idee.
Simboli trasformati, il concreto e l’astratto, l’intuizione e la logica, la formula e il cromatismo: in loro l’artigianato orafo-argentiero ha dei creativi-pedagoghi-istruttori, che i frequentatori dei corsi di Arti e Mestieri di Confartigianato hanno imparato a distinguere bene per la ricchezza e profondità degli ammaestramenti ricevuti. Modellare metalli preziosi , è solo una parola. Si fa presto a dirla. E’ come a dire scolpire, incidere, dipingere. Significa rappresentare quanto è in un disegno, lavorare fino a ottenere l’oggetto illustrato.
Ma poi, dietro, c’è tutto il resto, quel che è destinato a rimanere ai più nascosto (e non è poco). E tra quello che rimane celato nel profondo, ci sono i requisiti che distinguono il bravo artigiano “specializzato” (che si ferma alla realizzazione, al campione e alle schede tecniche), e l’artiere, l’artigiano-artista - che aggiunge alle competenze tecniche e strumentali, l’orientamento estetico, che dà riconoscibilità artistica, di stile e di gusto al risultato finale. In gioco non scende quindi la sola capacità di lavorare i metalli, oro o argento che siano, ma di far compiere un passo in più alla tecnica, alla precisione e alla qualità, dando il valore aggiunto proprio delle “soluzioni creative”.Giuseppe Fusari e il figlio Maurizio, hanno sempre avuta particolare preferenza per l’aspetto o profilo “creativo”; l’individuale propensione a conferire marcatura artistica alle proprie lavorazioni.
Stile antico e stile moderno entrano indifferentemente nella loro produzione artistica. «Il futuro del gioiello è nel passato», sostengono, ma nelle loro creazioni lasciano entrare anche oggetti moderni, design sofisticati derivanti da attenta conoscenza delle tendenze del gusto e del mercato.Aldo Caserini
 

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