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ARTICOLO TRATTO DA "IL CITTADINO" DEL 20/08/2010 - Patto sulla sicurezza, i comuni si fanno sentire



Borghetto prepara un’“alleanza” con Graffignana e San Colombano, mentre Borgo torna a chiedere l’esercito
Patto sulla sicurezza, i comuni si fanno sentire
Le piccole realtà puntano a unire le forze per coordinare uomini e attività
 

In alternativa al “Patto per la sicurezza” i piccoli comuni progettano sinergie. Lo scorso 26 luglio la Provincia e il comune di Lodi e le amministrazioni di Sant’Angelo, Lodi Vecchio, Codogno e Casale hanno firmato, con sottoscrizione del ministro dell’Interno Roberto Maroni, il “Patto locale per la sicurezza”. Un impegno delle grandi città per un controllo coordinato del territorio e servizi di prevenzione generale. La finalità è soprattutto quella di individuare congiuntamente le aree di maggior criticità, le problematiche dei territori coinvolti e predisporre misure mirate al fine di garantire la massima sicurezza possibile ai cittadini. Il tutto mettendo in comune le risorse disponibili, i mezzi e il personale. Ma anche i paesi più piccoli si stanno organizzando. Il sindaco di Borghetto Franco Rossi annuncia: «A settembre ci sarà un secondo incontro, dopo quello di fine luglio, con le amministrazioni di San Colombano e Graffignana. Vorremmo stabilire un patto locale. Terremo comunque sempre d’occhio quello provinciale, ma i grandi consorzi rischiano di essere troppo costosi e quindi preferiremmo organizzarci tra noi a partire dal 2011. Abbiamo poche unità: noi e Graffignana due vigili e mezzo, San Colombano cinque agenti e una macchina di servizio. Una sinergia porterebbe qualità e permetterebbe di specializzare il personale su abusi edilizi, incidenti e altro. Almeno la gente saprebbe subito a chi rivolgersi senza girare a vuoto gli uffici. Auspicabile anche una maggiore collaborazione tra carabinieri e vigili. Noi fortunatamente abbiamo qui una stazione con 10 militari e quindi non abbiamo bisogno di potenziare i servizi serali». Il primo cittadino conclude: «Il massimo sarebbe avere un unico comandante, con un vice, per i tre comandi di polizia locale in questione. Si potrebbero inoltre acquistare alcune moto che nelle nostre zone sarebbero più agili». Altri sindaci invece auspicano di entrare presto nel novero dei comuni aderenti al patto provinciale. Nicola Buonsante di Borgo San Giovanni spiega:«La sottoscrizione siglata col ministro prevede che le grandi città coinvolgano i piccoli centri e come ho detto in consiglio provinciale in veste di capogruppo del Pdl, sottolineo che la sicurezza non è un discorso politico e non voglio vedere unirsi tra loro soltanto amministrazioni con la stessa tessera. Anche perché nel Lodigiano il 99 per cento delle formazioni sono liste civiche. Personalmente mi aspetto che Lodi o Sant’Angelo coinvolgano Borgo. Altrimenti scriverò al ministro e alla prefettura per farmi sentire dato che a noi interessano i fatti e non la pubblicità. Ho anche lanciato l’idea di portare l’esercito nel territorio per rendere più efficace il lavoro delle nostre forze dell’ordine che sono in numero esiguo. A Borgo, oltre al vigile, beneficiamo del controllo visivo dei volontari ma questo non basta». Oscar Fondi, primo cittadino diVidardo,è sulla stessa lunghezza d’onda: «Il patto provinciale è un bel discorso, non vedo però la ragione di escludere i piccoli comuni. So che abbiamo forze minori da mettere in campo ma anche chi non ha vigili potrebbe contribuire alla sicurezza in altro modo. Un consorzio con i comuni limitrofi, benché valutato, sarebbe di difficile gestione». Anche il “collega” di Montanaso Luca Ferrari si è espresso in merito: «Il nostro paese è già consorziato con sei comuni, ma tutti ora sentono la necessità di avere un vigile di quartiere che possa riconoscersi nel territorio ed essere riconosciuto dalla gente. Tutto a garanzia di una maggior sicurezza. Oltre tutto presto annunceremo un progetto innovativo riguardante gli impianti di videosorveglianza».Paola Arensi
 


  

 

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