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ARTICOLO TRATTO  DA "IL CITTADINO" DEL 03/11/2010 - Il miracolo di Alfaomega in Bolivia
 

Il miracolo di Alfaomega in Bolivia
 


L’attività del progetto Alfaomega Bolivia si sta consolidando grazie anche al sostegno promosso dal Lodigiano a favore dei bambini poveri delle Ande. Marilena Seminari, presidente della comunità Alfaomega di Graffignana, che negli ultimi anni ha avviato missioni umanitarie all’estero, ha vissuto un mese e mezzo a Cochabamba, nel Paese sudamericano, per consolidare l’organizzazione della scuola costruita grazie ai benefattori lodigiani, ma non solo. Al suo ritorno la Seminari illustra la situazione: «Frequentano l’istituto 170 bambini poveri tra i 3 e i 13 anni. Oltre all’istruzione viene garantito loro il pasto del mezzogiorno e la merenda, li seguono nove insegnanti del posto. Uno di loro è di sostegno ai diversamente abili». Da un anno e mezzo operano in loco anche i componenti della famiglia pavese Novarini, che hanno seguito la Seminari in quest’avventura: «Considerate le difficoltà con la lingua e la mancanza di titoli, gli italiani non si occupano direttamente della didattica ma sono di supporto a livello gestionale. Inoltre i volontari, partiti con me all’inizio di quest’avventura e quindi quasi due anni fa, danno una mano presso il seminario maggiore di Cochabamba dove sta studiando il loro figlio. Non manca la distribuzione di pasti, due volte a settimana, per un centinaio di disagiati. Infine, nelle scuole delle comunità andine, è garantita la consegna di materiale didattico, abiti e giocattoli». Il plesso boliviano che ospita i piccoli, costruito a forma di quadrilatero come la sede graffignanina di Alfaomega, dispone di dieci aule, locali per la direzione, la segreteria e la palestra. Ma la benefattrice lodigiana vorrebbe di più: «Con il tempo mi piacerebbe realizzare un ambulatorio per cure sanitarie che siano di supporto ai sussidi già garantiti da “La casa de los ninon” con cui collaboriamo». Durante l’ultimo viaggio il presidente di Alfaomega si è anche iscritto alla facoltà di antropologia dell’Università Cattolica boliviana: «Voglio approfondire la realtà locale. Laggiù si lotta per la sopravvivenza e non, come succede in Italia, soltanto per i vizi. Il clima è sempre cordiale, c’è speranza, i poveri e i disagiati hanno una luce speciale negli occhi e molta fiducia». Intanto, la seconda struttura benefica di Alfaomega prevista in Costa D’Avorio sta procedendo secondo i programmi stabiliti: ora si sta realizzando il tetto del complesso.

 

 

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