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ARTICOLO TRATTO DA "IL CITTADINO" DEL 27/5/2011 - Marcegaglia, si va avanti con la “cassa”

Graffignana Tramonta l’ipotesi del contratto di solidarietà, ma per i sindacati è una buona notizia
Marcegaglia, si va avanti con la “cassa”

 

graffignana Tramonta l’ipotesi del contratto di solidarietà alla Marcegaglia Buildtech di Graffignana. E sarà pure un paradosso, ma è una buona notizia. Nell’incontro di ieri ad Assolodi tra la dirigenza e i sindacati, i manager hanno ribadito la volontà del gruppo di evitare misure strutturali - la dichiarazione di esuberi in primis -, di credere nell’unità produttiva lodigiana e nel suo organico. Per questo il contratto difensivo non è la strada che l’ad Vincenzo Violante e soci hanno deciso di intraprendere, piuttosto si dovrà stringere ancora i denti e andare avanti con la cassa integrazione ordinaria. Cadenzata su tre giorni alla settimana garantirà il lavoro fino al prossimo 23 luglio e non è escluso la si possa spalmare fino a fine anno. Va detto, la situazione resta grama, con la produzione dello stabilimento di Graffignana che è calata di un quarto negli ultimi due anni, dalle 3mila e 500 tonnellate di ponteggi sfornati nel 2008 alle 900 attuali. Ma si scongiurano i licenziamenti e per i lavoratori è già un sollievo. Ci stanno loro in prima linea a patire la crisi, sono loro a barcamenarsi con un “mese” che da troppo tempo non è più abbastanza. Il contratto di solidarietà avrebbe garantito una maggiore copertura economica, ma ristretto le prospettive. E di quante promesse sia oggi carico il futuro conta. «Il no dell’azienda non è un no di principio - argomenta il segretario della Fiom-Cgil Luca Magnani -, psicologicamente aprire il contratto di solidarietà avrebbe significato dichiarare un certo numero di esuberi e invece si è scelto di gestire la situazione con gli strumenti che abbiamo, confermando la validità dell’unità produttiva e attribuendo i problemi più alla situazione di mercato». Detto altrimenti, il settore dell’edilizia è stagnante e va da sé che anche la ripresa per l’indotto sia dura. «Stando all’azienda e volendo usare una metafora il telefono ha ricominciato a squillare ma questo fermento non si concretizza ancora in ordini - riflette il segretario Fim-Cisl Aniello D’Errico -, per assurdo il rifiuto del contratto di solidarietà da parte dell’azienda ci tranquillizza sulla volontà di Marcegaglia a non far diventare la situazione strutturale come accadrebbe con la dichiarazione di mobilità, e sulla forza del gruppo di ripianare le perdite di Graffignana». I numeri ne danno un quadro preciso. Accanto alla picchiata della produzione, anche la forza lavoro ha subito una drastica cura dimagrante: pari a una quarantina di lavoratori. Quelli che hanno maturato i requisiti alla pensione non sono stati rimpiazzati, altri hanno chiesto e ottenuto il trasferimento in altri stabilimenti della Marcegaglia Buildtech, e poi non vi è più l’ombra di operai delle cooperative.Laura Gozzini

 


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