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ARTICOLO TRATTO DA "IL CITTADINO" DEL 31/8/2011 - Dopo le vacanze, riaprono le aziende metalmeccaniche


Sindacati e industriali segnalano un “autunno caldo”, ma non mancano le ditte che reggono la concorrenza
Rientro in fabbrica per 5000 operai
Dopo le vacanze, riaprono le aziende metalmeccaniche
 

L’esercito delle “tute blu” si rimette al lavoro. Dopo un primo semestre in crescita, le aziende metalmeccaniche del Lodigiano riaprono i cancelli al termine delle vacanze estive. E lo fanno in un clima di incertezza, con la prospettiva di un “autunno caldo” innescato dalla crisi finanziaria globale e dal calo delle vendite dei beni di consumo e degli autoveicoli italiani. Anche se non mancano i casi positivi, rappresentati soprattutto dalle aziende che lavorano per il settore energetico e petrolchimico. Sono circa 5.000 gli operai del comparto metalmeccanico lodigiano (impiegati nelle industrie e nell’artigianato) che guardano con speranza ai mercati nazionale e internazionale e alla capacità delle loro aziende di intercettare le commesse. «un autunno difficile»«In estate abbiamo assistito alla chiusura a “macchia di leopardo” delle aziende del settore per le ferie - spiega Luca Magnani, segretario provinciale della Fiom Cgil -, la serrata totale delle ditte per tutto il mese di agosto avveniva invece nel passato. Alla ripresa delle attività, il metalmeccanico lodigiano, che arriva da tre anni di crisi, si appresta ad affrontare mesi difficili. Dal punto di vista occupazionale, faccio osservare che nel Lodigiano si è ormai raschiato il fondo del barile. Ma per fortuna non mancano le aziende che mostrano segnali positivi». Timori confermati da Alessandro Baggi, presidente dell’Associazione degli industriali della provincia di Lodi. «Alla ripresa delle attività lavorative osserviamo situazioni negative: calano i consumi, diminuiscono le vendite di auto, soprattutto per il gruppo Fiat, l’edilizia non mostra segnali di grande ripresa. Ed è logico che questo rischia di riflettersi su una parte delle aziende metalmeccaniche. È un peccato, perché nel Lodigiano il primo semestre 2011 aveva visto una crescita “a due cifre” della produzione: ora purtroppo rischiamo di vanificare i risultati positivi raggiunti finora. Le nostre aziende, mediamente, hanno un portafoglio ordini discreto, che garantisce loro circa tre mesi di lavoro, ma la paura è che questi ordini non vengano confermati. Inoltre stanno riducendo il loro margine di interesse (i ricavi, ndr) perché per stare sul mercato e vendere devono abbassare i prezzi, a fronte di costi fissi per personale (costo del lavoro comprese le trattenute, ndr), materie prime ed energia. Le aziende in salute sono quelle che hanno scelto la strada dell’internazionalizzazione. I fornitori di gruppi come Mercedes e Bmw stanno lavorando bene. E anche nel caso della mia azienda (Mecgraf, divisione Baggi, ndr) stiamo consegnando prodotti allo stabilimento polacco della Schneider e a quello ceco della General Electric, che ha chiuso il polo di Torino».cassa integrazione e mobilitàAlla ripresa dell’attività non mancano - come detto - le aziende lodigiane del metalmeccanico in difficoltà. La Fiom segnala il caso della Polenghi Mario di Codogno, che ha chiuso i battenti: la cassa integrazione straordinaria per i circa 35 dipendenti scade il 12 settembre; la prospettiva è la mobilità. Scatta invece a settembre un anno di cassa integrazione straordinaria per i circa 30 dipendenti della Tmb di Guardamiglio: l’azienda ha infatti trasferito nel polo di Verona le lavorazioni lodigiane. Scade nel 2012 l’applicazione del contratto di solidarietà alla Giannoni di Castiraga Vidardo-Marudo. L’azienda, che produce scambiatori di calore per caldaie, impiega circa 180 lavoratori. È stata rinnovata lo scorso giugno la cassa integrazione straordinaria alle Officine Curioni di Galgagnano, azienda che fabbrica macchine per cartone ondulato e che è stata acquisita da una multinazionale americana nel 2011. La Curioni ha chiesto la cassa per una sessantina di dipendenti, anche se il provvedimento non viene applicato in maniera totale. È in scadenza invece la cassa integrazione ordinaria alla Marcegaglia di Graffignana, azienda di ponteggi di proprietà della famiglia del presidente di Confindustria. Il provvedimento è stato chiesto per un massimo di 100 lavoratori ma viene utilizzato parzialmente, due-tre giorni la settimana. Tra le grandi aziende lodigiane, la Fiom segnala anche il caso della Vebe Elettromeccanica di Borgo San Giovanni, che lavora per il settore auto e per quello degli elettrodomestici. La ditta applica la cassa integrazione straordinaria: la richiesta è stata per circa ottanta dipendenti, ma l’utilizzo è parziale. le aziende in crescitaNel panorama del metalmeccanico lodigiano non mancano le aziende che reggono l’urto della crisi e provano a crescere. Uno dei settori più significativi è quello energetico-petrolifero, che offre lavoro però solo a una parte delle “tute blu” del territorio. La Fiom indica la realtà della Continuus Properzi di Sordio, industria con circa 150 dipendenti che realizza impianti per la lavorazione dei metalli. Tra i mercati più interessanti dell’azienda lodigiana, la Cina. Altro esempio positivo è la Tai di Guardamiglio, attiva nella produzione delle valvole di sicurezza per il settore petrolifero, con circa 60 dipendenti. Note liete anche per la Bassi di San Rocco al Porto, che vanta circa 150 dipendenti e che opera per i comparti energetico e petrolchimico. Lorenzo Rinaldi


 

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