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ARTICOLO TRATTO DA "IL CITTADINO" DEL 27/08/2012 - Crisi, nessuna “tregua” per le aziende
 
 

Da gennaio a luglio quasi tre milioni di ore di cassa integrazione, licenziamenti in calo dopo la valanga di esuberi
Crisi, nessuna “tregua” per le aziende
La Cgil tiene alta l’attenzione anche su Fiege Borruso e Auchan

 

Quasi tre milioni di ore di cassa integrazione dall’inizio dell’anno, il che significa circa 400mila ore in più rispetto allo stesso periodo del 2011. Per la Cgil, che tiene il conto della crisi, è come se ci fossero 3mila lodigiana a casa a zero ore. Il sindacato ha stilato la mappa dei casi più “scottanti”, si tratta delle aziende in difficoltà sulle quali la Cgil vuole tenere i riflettori puntati. Per quanto riguarda la Bassa, nell’elenco compaiono la Fiege Borruso di Brembio, dove si contano un’ottantina di dipendenti - perlopiù stranieri - della cooperativa. Di fronte alla richiesta di mobilità, il sindacato chiede la possibilità di utilizzare la cassa in deroga e insiste per la riqualificazione professionale. L’Auchan di San Rocco conta 244 lavoratori, l’accordo con le organizzazioni ha garantito l’impiego dei contratti di solidarietà ma di fronte all’ipotesi di esuberi non ancora quantificati la Cgil è sulle barricate. Proprio nei giorni scorsi, il segretario provinciale della Cgil, nel sottolineare la drammaticità della crisi nel Lodigiano, aveva ribadito che i centri commerciali lamentano un calo del fatturato dovuto alla diminuzione dei consumi.A Massalengo la Solbiati, azienda del settore tessile, ha cessato l’attività e i circa 70 dipendenti sono in cassa straordinaria, mentre a Castiraga, presso la Giannoni, oltre ai contratti di solidarietà si è già fatta largo la questione degli esuberi. Alla Marcegaglia di Graffignana, dove si producono manufatti per l'edilizia, i cento dipendenti si trovano da mesi in cassa ordinaria tre giorni la settimana, qui si è raggiunto un accordo per i prossimi due anni, nei quali saranno usati i contratti di solidarietà. A Comazzo, la Schering Plough ha fatto partire la procedura di cassa integrazione, il colosso Mediolanum subentrerà nell’attività ma i dettagli dell'“operazione” non sono ancora stati definiti.Dopo la valanga di esuberi degli ultimi anni, i licenziamenti sono diminuiti del 4,55 per cento. Lodi è l’unica provincia, insieme a Como (-8,02 per cento), che è riuscita ad aggiudicarsi il segno meno nel periodo che va da gennaio a luglio rispetto al 2011. Brescia è la provincia più colpita, l’impennata dei licenziamenti è pari al 43,78 per cento. Per quanto riguarda il Lodigiano, se si esaminano i dati con più attenzione, si nota che a calare sono i licenziamenti nelle aziende più grandi, con quelle che contano un numero di dipendenti superiore a 15 (-32,09 per cento), non si può dire lo stesso per i “piccoli”, che si confrontano invece con un +11,08 per cento. Complessivamente, in Lombardia, le espulsioni dal mondo del lavoro hanno conosciuto un aumento del 25,36 per cento.In Lombardia le ore di cassa integrazione hanno superato la soglia dei 76 milioni, per un totale di 122.848 unità a casa a zero ore. I lavoratori inseriti nelle liste di mobilità ammontano a 37.305, il 25,36 per cento in più rispetto al 2011.Gr. Bo.

 

 

 

 

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