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ARTICOLO TRATTO  DA "IL CITTADINO" DEL  2/11/2012 - La Marcegaglia prepara i licenziamenti
 

La crisi del settore non demorde e così l’azienda è intenzionata ad aprire la procedura di mobilità
La Marcegaglia prepara i licenziamenti
Stop al contratto di solidarietà, in 50 rischiano il posto di lavoro
 


Graffignana L’incubo dei tagli alla Marcegaglia di Graffignana si avvicina e rischia di arrivare già all’inizio dell’anno prossimo: l’azienda non vuole attivare infatti il secondo anno di contratto di solidarietà, ma aprire invece la procedura di mobilità. A rischio sarebbero di conseguenza una cinquantina di posti di lavoro.. Dopo l’incontro avvenuto all’inizio della settimana tra i vertici nazionali dell’azienda e quelli di Fim, Fiom e Uilm per fare il punto sulla situazione del gruppo, i peggiori timori trovano purtroppo conferma. In quella sede, nell’analisi complessiva di tutto il gruppo Marcegaglia, l’attenzione si era poi concentrata sul sito produttivo di Graffignana per il quale si era parlato di un «ridimensionamento occupazionale».La fabbrica lodigiana è in crisi da anni, e si è già fatto ricorso alla cassa integrazione per tre anni. A gennaio 2012 poi è stato aperto il contratto di solidarietà che prevede una riduzione dell’orario di lavoro di circa il 50 per cento per 112 dei 115 lavoratori dello stabilimento. In quell’occasione, nell’accordo tra sindacati e azienda, gli esuberi furono conteggiati in 55, ma si indicava già la possibilità di ricorrere a un secondo anno di contratto di solidarietà, che avrebbe permesso di spostare ulteriormente il problema della capacità produttiva e dei livelli occupazionali.«Purtroppo ho avuto modo di confrontarmi con i nostri rappresentanti nazionali e l’orientamento espresso da Marcegaglia a proposito del sito produttivo di Graffignana non è quello di un generico problema occupazionale da affrontare alla scadenza degli ammortizzatori sociali, ma c’è invece la volontà dell’azienda di accelerare nelle pratiche per la mobilità - dice il segretario della Fiom di Lodi Giovanni Ranzini -. A quanto sembra l’azienda ritiene che il contratto di solidarietà sia solo un palliativo, e che la situazione produttiva non possa riprendersi. Da qui l’idea espressa di non attivare il secondo anno di contratto di solidarietà, ma piuttosto di aprire subito una procedura di mobilità».Il contratto di solidarietà scade il 19 gennaio prossimo, e considerando che i tempi della procedura di mobilità sono di 75 giorni, la comunicazione di avvio della procedura potrebbe arrivare ai sindacati già addirittura la settimana prossima. «Sono solo supposizioni però, perché a livello territoriale l’azienda non ci ha fatto sapere nulla ancora - spiega il segretario della Fiom Ranzini -. La settimana prossima cercheremo di saperne di più e incontreremo i lavoratori. Nell’accordo della solidarietà il secondo anno era un’ipotesi contemplata e io spero ancora che l’azienda non voglia tornare indietro dai propri impegni. In ogni caso deve essere chiaro che su eventuali esuberi non si può ripartire dai 55 individuati nell’accordo di solidarietà, ma si deve riaprire una trattativa tra le parti».Andrea Bagatta

 

 

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