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ARTICOLO TRATTO DA "IL CITTADINO" DEL 15/11/2012 - Graffignana, picchetti contro i 72 esuberi



La rabbia dei lavoratori che chiedono ai sindacati di non firmare l’accordo: «Vogliono chiudere o prendere giovani per risparmiare»
Graffignana, picchetti contro i 72 esuberi
«Qui Marcegaglia licenzia ma altrove ha assunto 80 persone»
 


Graffignana Le tute blu non hanno ancora deciso il piano di contrasto dei 72 annunciati esuberi alla Marcegaglia Buildtech di Graffignana, ma di certo non staranno con le mani in mano: tra il timore che la sorte dello stabilimento sia ormai segnata (verso la chiusura) e la rabbia per i tanti anni dentro la fabbrica che rischiano di essere cancellati, i metalmeccanici di Marcegaglia ieri mattina hanno aderito in massa allo sciopero “europeo” con un picchetto davanti alla fabbrica, lungo la provinciale 19 in via San Colombano.«L’occasione è lo sciopero europeo, ma noi siamo già in agitazione dopo l’annuncio fatto in Assolodi martedì - dicono alcuni rappresentanti dei lavoratori -. Volere 72 licenziamenti su 112 dipendenti significa annullare la capacità produttiva dello stabilimento, e a questo si è arrivati per precise responsabilità aziendali. Noi siamo sempre stati pronti a fare turni in più e lavorare anche il fine settimana. Mentre i nostri concorrenti abbassavano i prezzi e sondavano nuovi mercati, però, Marcegaglia che cosa ha fatto? La struttura vendita non vende nulla, ma continua a restare intatta, mentre a rimetterci è la produzione».La manovra annunciata dall’azienda non convince per nulla i lavoratori, che cercano di capire a cosa possa servire davvero. «Con i 72 esuberi attuati avremmo una fabbrica da 40 lavoratori, di cui forse una decina impiegati - spiegano gli operai -. In uno stabilimento del genere che cosa si fa con 30 operai? O lo si porta a chiudere oppure si sta facendo un’operazione di ridimensionamento dei costi del personale sulla pelle dei lavoratori e come è stato fatto altrove, dopo la riorganizzazione, si accenderanno nuovi contratti d’ingresso molto meno onerosi per l’azienda. Ma questa gente una mano sul cuore non se la mette? Se siamo arrivati qui ci sono delle responsabilità, e dopo aver guadagnato i milioni in passato oggi potrebbe almeno prolungare l’anno di solidarietà».Nello stabilimento è attivo fino a gennaio un anno di contratto di solidarietà che individua 55 esuberi e che in teoria prevedeva già un secondo anno. Oggi Marcegaglia vuole risolvere la questione degli esuberi subito, e in Assolodi ha chiesto al sindacato di riconoscere i 72 esuberi subito. «Ma il sindacato non deve firmare assolutamente, perché questo è un ricatto - dicono due o tre lavoratori in coro -. Marcegaglia attivi il secondo anno di solidarietà, e intanto si lavori a una soluzione, anche prospettando spostamenti in altre fabbriche del gruppo. Altrove, sempre in Lombardia, Marcegaglia ha appena assunto fino a 80 lavoratori, una parte di quelli di Graffignana avrebbe potuto andarci».Ma il sentimento predominante è lo scoramento, la sensazione diffusa è che la volontà dell’azienda sia quella di chiudere lo storico stabilimento di Graffignana. «Quando è arrivata doveva fare chissà che cosa, e invece? In 10 anni ci molla a casa - dice uno dei lavoratori più anziani -. Siamo rimasti in piedi con la vecchia Fap Praticus di un piccolo privato dagli anni ‘60 ai metà ‘80, poi con Ponteggi Dalmine che era gestita a maglie larghe. Ci voleva l’ex presidente di Confindustria per mandare a gambe all’aria lo stabilimento». Andrea Bagatta

 

 

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